Cari amici dell’Oasi, durante il nostro ultimo incontro di filosofia felina, abbiamo esplorato una domanda intrigante: perché i gatti ci affascinano così tanto?

La parola “fascino” è evocativa, poetica, quasi misteriosa. Leopardi stesso l’avrebbe definita una parola capace di suscitare sentimenti contrastanti, profondi, e di portare alla luce qualcosa che va oltre il visibile.

Nel dialogo con gli ospiti che hanno partecipato alla discussione, sono emerse diverse interpretazioni di questo fascino irresistibile che i gatti esercitano su di noi. Tra le tante, oggi voglio soffermarmi su una chiave di lettura che può sembrare semplice, ma nasconde una grande profondità: il gatto ci affascina perché è esteticamente bello.

N. ha osservato:
“Sono affascinato dai gatti per la loro bellezza. È una forma di appagamento estetico che, però, non si esaurisce in sé stessa. Questa bellezza mi spinge verso l’etica: un fascino che mi invita alla relazione e, in questo modo, realizza la socialità dell’uomo.”

T., in un’altra conversazione, ha aggiunto:
“Il gatto mi affascina perché mi piace soffermarmi sui suoi dettagli: il naso, le zampe, le orecchie. Ogni particolare sembra raccontare una storia.”

Ed è proprio nell’indugiare sui dettagli che si apre uno spazio speciale. Quando osserviamo con attenzione, scorgiamo sfumature che sfuggono a uno sguardo distratto e che, improvvisamente, accendono significati più profondi.

Come diceva Gadamer, l’atto di indugiare – strettamente legato all’esperienza estetica – genera una sorta di consenso con l’oggetto, un senso di partecipazione. In quel momento, sembra quasi di riconoscere qualcosa di noi stessi nell’oggetto contemplato.

Questa esperienza produce una visione accresciuta, una sinergia tra chi osserva e ciò che viene osservato. In questo dialogo silenzioso, entrambi si arricchiscono. E così, indugiare sulla bellezza del gatto ci trasporta in una dimensione altra, dove il tempo sembra sospeso.

Possiamo allora dire che questo fascino estetico, che ci invita a contemplare i particolari del nostro amico felino, è un’esperienza unica? E che, nel caos delle nostre giornate frenetiche, quei brevi momenti di ammirazione ci regalano una pausa di pace e appagamento, in cui ritroviamo noi stessi e la bellezza della natura tutta?

E ancora, quali altre esperienze “affascinanti” possono trasportarci in questa dimensione così profonda e rigenerante?

Vi lascio con queste domande, invitandovi a riflettere e, se vi va, a condividere i vostri pensieri. E soprattutto, continuate ad accogliere con meraviglia e amore tutte le manifestazioni di bellezza che il vostro amato micione sa regalare.

ARIANNA