IL REPORTAGE
“Ancora non sappiamo chi siano le centinaia di volontari che ci hanno aiutato e sostenuto dopo il 14 ottobre 2021. Noi eravamo paralizzati, frastornati, disarmati. Ma loro si sono “auto-gestiti” e, con il passaparola, in poche ore l’oasi era nuovamente operativa”.
Così Antonio Dercenno, presidente dell’associazione “Una Zampa sul cuore”, che gestisce l’Oasi Felina di Pianoro dal 2011, racconta, senza nascondere l’emozione, come ha vissuto le prime ore dopo il tragico incendio che ha distrutto l’Oasi nella notte del 14 ottobre 2021. I Filmati delle telecamere di quella sera raccontano solo di un intenso fumo sviluppatosi verso la mezzanotte, che dopo qualche ora si è trasformato in fiamme che hanno bruciato tutto quello che potevano bruciare fino a circa le 5 del mattino, ora in cui un passante ha segnalato l’incendio e di conseguenza sono intervenuti i Vigili del Fuoco. Le telecamere non hanno evidenziato la presenza di persone né altre anomalie. Si esclude quindi la causa dell’incendio doloso. Probabile il surriscaldamento di una termocoperta.
L’Oasi nasce nel 2003 da un’iniziativa lungimirante del Comune di Pianoro, unico comune della comunità montana valli Savena e Idice a prendere una tale iniziativa in quegli anni. All’inizio era un “perimetro recintato” affidato in gestione ad una signora pensionata. Per quanto la volontaria spendesse tempo e risorse economiche per mantenere i gatti, col passare degli anni, la struttura era diventata fatiscente. Alla fine del 2010 un gruppo di volontari, tra cui Antonio, decide di fondare un’associazione che si chiamerà “Una Zampa sul Cuore”. Dal 2011 l’associazione prende in gestione il gattile. Negli anni successivi, la “struttura” viene aggiornata e ampliata con costruzioni in legno, unico materiale concesso per via del vincolo paesaggistico esistente sull’area del gattile.
L’ambizioso progetto di costruzione di una “Casa di Cura Veterinaria”, reso possibile dalle numerose donazioni della popolazione, giunto quasi a termine, continua Antonio nel suo racconto, è stato purtroppo interrotto dal pauroso rogo che si è sviluppato nella notte del 14 ottobre.
In quella notte è bruciata anche la “Casa di Cura Veterinaria” con gli otto gatti che erano chiusi nell’area di osservazione medica. Fortunatamente gli altri gatti ospitati nell’Oasi, scappati durante il rogo, sono tutti ritornati la sera.
Il giorno successivo, si sono presentate decine di persone, che volontariamente si sono messe a disposizione per eseguire le prime operazioni necessarie. Armati di pale, picconi e carriole, hanno iniziato a sgombrare l’area dai residui e dai resti dell’incendio. Una squadra di elettricisti ha ripristinato i collegamenti al quadro elettrico e montato un impianto provvisorio. Un’altra squadra di operai si è occupata di ricostruire la recinzione per delimitare la zona del gattile ancora utilizzabile.
Entro la sera successiva, quindi, per merito delle decine di volontari che hanno apportato la propria forza lavoro, tutti i gatti erano recuperati, la parte del gattile agibile era recintata, riscaldata ed illuminata.
Nei giorni successivi, e per settimane, ogni mattina si presentavano decine di persone che lavoravano volontariamente per la raccolta detriti, accudimento gatti, riordino e pulizia cucce. Questi volontari ancora ad oggi sono ignoti. Nessuno dell’associazione ha coordinato questa fase la turnazione delle persone, e ciascun volontario partecipava per il tempo e con i mezzi che aveva a disposizione.
Oltre a questo, sono anche arrivate donazioni di cibo e materiale, talmente numerose che è stato necessario costruire un’apposita struttura ad uso magazzino.
Oltre a queste donazioni sono anche arrivate donazioni in denaro. Anche molti personaggi famosi si sono mobilitati, per esempio Clio Makeup ha fatto un appello a favore l’Oasi. La struttura ha ricevuto una donazione continuativa da Damiano David dei Måneskin, che successivamente si è anche recato presso l’Oasi, accompagnato dalla sua fidanzata. Sono rimasti presso la struttura per oltre 3 ore, passando in rassegna tutti i gatti. A rendere pubblica la notizia, attraverso i social, sono stati proprio i Måneskin
Il costo della ricostruzione delle strutture è stato ingente, così come lo sarà il mantenimento stesso.
Ormai il salto di qualità è stato fatto. La ricostruzione della nuova Clinica Veterinaria, ancora più completa di prima, permette di curare e accudire tutti i gatti “stropicciati” che giungono in Oasi, anche da altri gattili. Per la gestione della struttura ospedaliera sono state assunte 3 persone che si occupano costantemente dei gatti malati, bisognosi di cure, 7 giorni su 7, su turni. Questa continuità di servizio ha contribuito a rendere questa struttura sicuramente unica a livello nazionale.
L’Oasi non riceve finanziamenti pubblici, ma solo donazioni volontarie. La pagina Facebook ha circa 156.000 followers e ad ogni appello rispondono sempre numerosissime persone.
Questa visibilità delle azioni e di come vengono impegnate le donazioni , nonché l’apertura a tutti della struttura per tutti i giorni della settimana, la possibilità di recarvisi e di poterla visitare senza appuntamenti sono stati la chiave del successo della “ricostruzione”.
Entro la fine dell’anno, conclude Antonio, nascerà la “Fondazione Oasi Felina di Pianoro” che oltre a supportare l’istituzione Pianorese, aiuterà altri gattili a evolversi fino a raggiungere lo stesso successo, attraverso l’esportazione del modello di gestione dell’Oasi di Pianoro e finanziando eventuali attività o migliorie strutturali. La sede della Fondazione sarà proprio a Pianoro e si occuperà anche di iniziative a favore della comunità. Questo permetterà di condividere le risorse, non solo economiche, ma anche la disponibilità delle persone.
La carta vincente di questo ambizioso progetto è quella di spostare l’obiettivo degli aiuti dalla struttura all’animale bisognoso.