Domenica scorsa, l’Oasi ha ospitato la seconda giornata del Gatto&Vinci, un gioco che non smette di sorprendere per la sua capacità di stimolare pensieri profondi e riflessioni filosofiche. Anche questa volta, molti visitatori si sono lasciati ispirare dalle frasi legate ai mici protagonisti, condividendo idee che intrecciano il rapporto tra uomo e animale con temi universali come l’umanità, la differenza e il significato della convivenza.

Tra i tanti spunti emersi, due riflessioni in particolare meritano di essere raccontate: quella di Lisa e quella di Elisa, che hanno saputo interpretare in modo originale le carte pescate.

Lisa ha scelto la carta del dolcissimo Martino, accompagnata dalla frase: “Sono più umano se tengo in braccio un gatto”. Questo semplice enunciato ha aperto una domanda fondamentale: cosa significa davvero essere umani?

Per Lisa, questa frase ha un duplice significato possibile. Da un lato, potrebbe indicare che essere umani significa riaffermare ciò che ci rende diversi dai gatti, sottolineando le caratteristiche che ci contraddistinguono. Dall’altro, potrebbe suggerire che l’umanità, intesa come la parte migliore di noi stessi, si manifesta quando siamo in pace con il mondo e con noi stessi, come accade quando ci lasciamo avvolgere dalla presenza calma e autentica di un gatto.

Questa riflessione, nata da un semplice gioco, mostra come i nostri amici felini possano portarci a esplorare temi che riguardano la nostra stessa essenza.

Elisa, invece, ha pescato la carta dell’intensa Leonora, accompagnata dalla frase: “Mentre il cane è più conforme alle nostre attese, il gatto è più dissimile da noi”. Anche qui, la riflessione è andata oltre il significato immediato delle parole.

Secondo Elisa, focalizzarsi sulla differenza tra cani e gatti rischia di portarci verso associazioni stereotipate. La vera differenza, infatti, non è quella tra le specie, ma quella tra ogni individuo. Ogni essere vivente – che sia gatto, cane o umano – porta con sé una storia unica, fatta di carattere, esperienze e vissuto. Questo ci invita a guardare al mondo con occhi nuovi, riconoscendo la ricchezza e l’unicità di ciascun essere, senza etichette predefinite.

Queste riflessioni non si limitano a stimolare la curiosità intellettuale, ma ci invitano a fare qualcosa di ancora più importante: mettere in discussione le nostre certezze. È qui che entra in gioco l’importanza della problematizzazione, intesa come la capacità di rivedere i presupposti e ampliare i significati.

Da una parte, Lisa ci aiuta a scoprire un’interpretazione diversa di cosa significa “essere umani”, andando oltre il senso comune. Dall’altra, Elisa rompe il dualismo tra cane e gatto, aprendoci a una prospettiva più inclusiva che abbraccia la complessità di ogni individuo.

E i gatti, in tutto questo, cosa c’entrano? Tantissimo. Molte delle parole e delle azioni che portano alla sopraffazione degli animali nascono proprio da una mancanza di problematizzazione. Quando ci rifugiamo nei pregiudizi e nei luoghi comuni, rischiamo di ridurre gli altri – umani e animali – a stereotipi, ignorando la loro ricchezza.

Prenderci il tempo per riflettere, come accaduto durante questa seconda giornata del Gatto&Vinci, diventa allora un atto di rispetto e apertura, verso noi stessi e verso gli altri. E fa bene, anche alla salute dei nostri mici. 😊

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